venerdì 24 ottobre 2008

Autostop con Buddha

Will Ferguson racconta il suo viaggio da Capo Sata (isola di Kyushu) a Capo Soya (isola di Hokkaido) seguendo il fronte di fioritura dei sakura, i ciliegi.

Non aspettetevi un semplicistico racconto di viaggio. "Autostop con Buddha" è molto di più, va a fondo, ci trascina nelle zone più remote e sconosciute del Paese del Sol Levante (per dire, scordatevi Tokyo e Kyoto) e si insinua nel Giappone meno scontato, grazie ai contatti con le persone che lì ci vivono.

Inoltre l'autore fa spanciare dalle risate... Il libro è pieno di aneddoti e considerazione divertenti e, più di una volta, mi sono ritrovata a ridere da sola come una pazza sulla metropolitana o sul treno ^^
Tra i tanti punti veramente esilaranti, ho scelto questo che mi ha fatto veramente sganasciare: è sera e Will si trova a girovagare per Uwajima, cittadina dell'isola di Shikoku. Cerca rifugio in una aka-chochin (letteralmente "lanterne rosse"), quelle che noi in Occidente chiameremmo bettole, ovvero il regno delle stoviglie bisunte. Non solo: anche i bastoncini, i menu, le superfici dei tavoli, i vassoi, le pareti, i cuochi (sempre) e a volte persino i clienti sembrano perennemente ricoperti da una sottile patina di grasso. ^^

Ecco cosa accadde:
Avevamo appena rinnovato i festeggiamenti - avendo scoperto che il mio gruppo sanguigno era 0 positivo - quando mi piombò accanto un vecchio, dall'aria sciupata e con la testa completamente calva, che voleva a tutti i costi stringermi la mano. "Ah, gaijin-san" mi disse. "Mamgrm kyogrf shrgoi deshne!"
Che tradotto, sarebbe: "Ah, signor straniero. Mamgrm kyogrf shrgoi deshne!"
Era peggio che cercare di decifrare i cartelli stradali giapponesi. Caddi nello sconforto; tutti quegli anni in Giappone e ancora si verificano situazioni come questa, in cui capivo meno del dieci per cento.
"Prego?" gli chiesi.
"Mugrmff gfrrmmg" mi spiegò.
Sempre peggio. Nella lingua giapponese è possibile udire la punteggiatura. Per formulare una domanda basta aggiungere ka alla fine della frase. L'esclamazione è resa tramite la particella yo. Quell'uomo pelato, afferrandomi un braccio come se fosse una scialuppa di salvataggio del Titanic, borbottò qualcosa d'incomprensibile che finiva con ka. Sapevo che mi era stata posta una domanda, ma non capivo cosa mi stesse chiedendo. "Doshda gffmm ka?" ripeté. Vedendo che non gli rispondevo, si fece più insistente.
"Doshda gffmm ka?"
"Mi dispiace, non..."
Betté il pugno sul tavolo. "Doshda gffmm ka?!" domandò. I ka si facevano sempre più rabbiosi e incalzanti e lui era rosso di rabbia. Cominciavo a vedergli le vene che pulsavano nelle tempie. "DOSH-DA-GFF-MM KA?"
Disperato, azzardai una risposta che speravo potesse apparire neutrale. "Si" gli dissi. "Assolutamente. Ma forse anche no. Chissà?"
A quel punto assunse un tono più pacato, mi diede una pacca sulla spalla e si abbandonò alle lacrime. "Grhhmm deshne" disse con sincerità.
"Devo porti le mie scuse" mi disse Taiyano. "E' mio padre. A volte si emoziona un po' troppo. Si trovava a Nagasaki quando, be', lo sai."
Oh santo cielo. Sentì una fitta allo stomaco. Mi venne un groppo alla gola. Nagasaki. "Che cosa mi ha chiesto? Era... riguardava... sì, insomma, hai capito?"
"No, no. Riguardava il baseball. E' ancora un po' scosso perché abbiamo perso il campionato."
"Grmmffda yo" borbottò il vecchio con il capo chino sulla sua birra.

Stelline:

Dettagli:
"Autostop con Buddha - Viaggio attraverso il Giappone"
di Will Ferguson
Editore: Feltrinelli Traveller
Data di pubblicazione: 1998
Pag. 454
Prezzo: 19,00€

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